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Visualizzazione dei post da dicembre, 2024

La scelta di invecchiare

 Si invecchia soltanto quando si decide di farlo. Quando i sogni diventano indigesti, quando la speranza smette di essere un ricordo vivido e si riduce a un'ombra lontana. Quando, guardando fuori dalla finestra, nulla più ci emoziona, nulla fa battere il cuore. Resta solo il rumore della pioggia e il profumo dell'abitudine. E in quel momento siamo diventati vecchi. Non è questione di età: è lo spirito a decidere per noi. Ci illudiamo di essere padroni del nostro destino, e forse un po' lo siamo. Ma sentimenti e mente ci governano più di quanto siamo disposti ad ammettere. Siamo sudditi di noi stessi, giovani soltanto finché le passioni ci terranno per mano. Dedico questa riflessione a mia nonna che, a 98 anni, ha affrontato un viaggio di 12 ore, da sola, per tornare in Brasile e abbracciare, forse per l'ultima volta, le sue due sorelle. Cosa l'ha sostenuta, se non un pizzico di incoscienza e quella fanciullezza che, incredibilmente, ha custodito nel profondo? La inv...

W la nostra vecchia Italia

Con le nuove normative del Codice della Strada, sembra che lo Stato voglia affossare una delle risorse economiche più preziose del nostro paese: il settore vinicolo. A ciò si aggiunge l’assurdità di vicende come quella letta stamani, dove a un povero disgraziato è stata ritirata la patente dopo aver assunto, due giorni prima, una compressa di paracetamolo. Ma dove stiamo andando a finire? Siamo diventati un paese in cui perfino mangiare un babà sembra un reato, mentre in maniera subdola e silenziosa ci si prepara a entrare in conflitti senza alcuna logica. Stiamo scivolando verso il declino. Parlo da astemia, e gli incidenti causati da chi guida in stato d'ebbrezza mi hanno sempre indignata, ma, come insegnavano i nostri antenati, in medio stat virtus. La virtù risiede nel giusto mezzo. Senza rendercene conto, viviamo in una democrazia che rischia di ammainare le sue vele, pronta a subire una metamorfosi in favore di un governo sempre più opprimente. Non siamo altro che marionette ...

IL FASCINO NON SI COMPRA

Recentemente, l'archeologa Martinez, sembra aver riportato alla luce la testa di una statua che apparterrebbe al vero volto della potente ultima regina d'Egitto, Cleopatra. Labbra carnose e una treccia che le avvolge il capo. I pareri restano però discordanti. Cleopatra VII, ultima regina d’Egitto, è una figura che continua a ispirare e affascinare. Riuscì a preservare l’indipendenza del suo regno in un’epoca dominata dalla potenza di Roma e soprattutto in un mondo dominato da soli uomini. Ma cosa la rende così immortale nell’immaginario collettivo?  Più che per la sua leggendaria bellezza, tutti conoscono il  suo particolare naso aquilino, Cleopatra è ricordata per intelligenza e carisma.  Poliglotta, abile stratega e donna di potere, seppe conquistare non solo Giulio Cesare e Marco Antonio, ma anche il cuore della storia intera. E perfino chi, di fronte ai libri che profumano di passato, ha sempre provato una specie di repulsione immotivata ma ingestibile. Il suo indime...

EGO O NON EGO? QUESTO È IL PROBLEMA.

  Aiutare gli altri è un gesto nobile, ma siamo certi che sia sempre giusto farlo, soprattutto senza il loro consenso? Talvolta, il nostro desiderio di aiutare, cela un atto di puro egoismo, seppur ben mascherato. È un “sano egoismo” che soddisfa il nostro bisogno di sentirci migliori, di sollevare la nostra coscienza e di vestirci da supereroi agli occhi del mondo. Eppure, ognuno di noi viene al mondo con un compito preciso, una missione personale da compiere. Intervenire nella vita altrui, senza il loro consenso, anche con le migliori intenzioni, può rivelarsi un’invasione. È come lanciare un salvagente a qualcuno che non sta annegando: non solo non sarà d’aiuto, ma rischierà di intralciare il percorso unico e irripetibile di quella persona. Solo quando qualcuno ci chiede esplicitamente una mano possiamo, con coscienza, scegliere se porgerla o meno. In quel momento, la nostra decisione è autentica, rispettosa e consapevole. Ma intervenire, senza un invito, è un errore, un’inter...

NAMASTÈ

  La gelosia non si limita a tormentare gli innamorati. Esiste una variante ancora più subdola: quella verso le persone in generale. Quell’invidia pungente che ci coglie di fronte ai successi altrui, alle loro capacità o, semplicemente, alla loro felicità. È quella sensazione che ti fa pensare: “Perché lui sì e io no?”. Le filosofie orientali, maestre nel decostruire le emozioni umane, ci offrono una chiave di lettura diversa. Tra i nostri vicini orientali la gelosia verso gli altri è vista come un sottoprodotto dell'ignoranza. La vita non è una gara, e così ci perdiamo nell’illusione che i traguardi degli altri diminuiscano il nostro valore. La soluzione? Coltivare la gioia compartecipe: imparare a rallegrarsi sinceramente per il successo altrui, capendo che la felicità non è un bene limitato. L'empatia di cui parlavano i nostri antenati Greci, ovvero la capacità di saper mettersi nei panni altrui. Altre teorie, sempre provenienti dal Sol levante, ci invitano a guardare dent...

IL VERO IMMORTALE È L'AMORE

 Al collo porto un medaglione con incisa una verità semplice e profonda: "Il vero, immortale, è l’amore". Oggi, durante la tradizionale lotteria dell’Immacolata, organizzata ogni anno per ricordare mio cugino Marcellino, pittore scomparso, troppo presto, durante un incidente in montagna, è accaduto qualcosa di straordinario. Mio figlio Lapo, di soli 4 anni e mezzo, ha estratto il numero vincente, aggiudicandosi il primo premio: un quadro dipinto dal nipote di Marcellino, Giacomo. Il numero che ha tirato sù è stato il 64, anno di nascita di Marcellino. Non posso credere che sia solo il caso a tessere trame così perfette. Mi piace pensare che sia un segno, un gesto d’affetto che Marcellino ci invia, oltre il confine di questa vita terrena. Non è la prima volta che accade. Spesso, quando i miei pensieri si soffermano su di lui, un uccello bianco attraversa il cielo davanti a me, come a ricordarmi che ciò che ci lega non si spezza con la morte. L’amore, quello vero, non conosce f...

ARTE RI-SCATTATA

 La mostra SalvArti, a Palazzo Reale di Milano, non è solo una collezione d’arte, è una dichiarazione di forza: l’arte rubata alla mafia diventa finalmente patrimonio di tutti. È come se queste opere, strappate all’ombra del crimine, tornassero a respirare alla luce della giustizia. Non più pianeti costretti a brillare di luce riflessa ma stelle "riscattate" e tornate a splendere di luce propria. Dalì, Warhol, Christo e molti altri: nomi che evocano l'arte internazionale, ora legati a un messaggio forte e chiaro. Questi capolavori, una volta simbolo del potere nel potere e del riciclaggio, diventano ora simbolo di rivincita. E mentre sfilano nei corridoi di Palazzo Reale, raccontano una nuova storia: quella di un Paese che non solo combatte la criminalità, ma la trasforma in cultura per tutti. L'arte ci appartiene, è un bene universale, è cultura...è intrinsecamente legata a quello che sa trasmettere a chi è in grado di sentire. Il denaro può comprare una creazione ar...

VIA L'ANSIA E SÌ AL QUI E ORA

 <h2>Un app, con le sue pagine, ogni mattina accarezza i miei primi pensieri. La Bibbia, il libro più venduto al mondo, antico ma ancora mederno, tradotto in tutte le lingue, ancora oggi, indipendentemente dal credo e dal modo di vivere la spiritualità, dispensa massime, foriere di messaggi incredibilmente palpabili e attuali; rimane una fonte inesauribile di saggezza, capace di parlare a generazioni diverse in contesti sempre nuovi.</h2> <h3 >Ed oggi mi ha sussurrato qualcosa attraverso il capitolo 6 del Vangelo di Matteo, dove si è confermata, come ogni giorno, portatrice di modernità e perfettamente in linea con i tempi. [27] E chi di voi può, con la propria ansietà, aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita?   [34] Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno. I versetti di Matteo 6,27 e 6,34 affrontano due temi che risuonano potentemente nel nostro tempo: l’ansia e l’...

FIORENTINA, QUANDO IL SILENZIO PESA PIÙ DI UNA SCONFITTA

 <h2>Fiorentina-Inter, 17° minuto. Edoardo Bove si accascia sul terreno di gioco. Un attimo prima si stava riallacciando le scarpe, un attimo dopo è a terra, immobile. Il silenzio cala sul Franchi, quel silenzio assordante che pesa come un macigno. Danilo Cataldi corre, sposta la lingua del compagno per impedirgli di soffocare, mentre i giocatori delle due squadre si stringono attorno a Bove, formando una barriera di protezione. Non è solo per rispetto. È paura. Paura vera.</h2> <h3>Gli occhi dei compagni sono vuoti, pieni solo di un ricordo: Davide Astori. L’incubo di cinque anni fa riemerge con violenza. Cosa succede quando vedi il tuo compagno a terra, esanime? Ti chiedi se stavolta sarà diverso o se il destino crudele si stia di nuovo prendendo "gioco" di te. I minuti passano lenti, ogni secondo sembra eterno. Il tempo è veramente un conccetto relativo, si dilata o si restringe in base alle sfumature delle tue emozioni. La fragilità dell'esistenza se...