IL VERO IMMORTALE È L'AMORE

 Al collo porto un medaglione con incisa una verità semplice e profonda: "Il vero, immortale, è l’amore". Oggi, durante la tradizionale lotteria dell’Immacolata, organizzata ogni anno per ricordare mio cugino Marcellino, pittore scomparso, troppo presto, durante un incidente in montagna, è accaduto qualcosa di straordinario.

Mio figlio Lapo, di soli 4 anni e mezzo, ha estratto il numero vincente, aggiudicandosi il primo premio: un quadro dipinto dal nipote di Marcellino, Giacomo. Il numero che ha tirato sù è stato il 64, anno di nascita di Marcellino. Non posso credere che sia solo il caso a tessere trame così perfette. Mi piace pensare che sia un segno, un gesto d’affetto che Marcellino ci invia, oltre il confine di questa vita terrena.

Non è la prima volta che accade. Spesso, quando i miei pensieri si soffermano su di lui, un uccello bianco attraversa il cielo davanti a me, come a ricordarmi che ciò che ci lega non si spezza con la morte. L’amore, quello vero, non conosce fine. Vive nelle cose che ci lasciamo dietro, nei gesti, nei ricordi, e persino nei piccoli miracoli quotidiani che solo il cuore può riconoscere.

Marcellino non è lontano, è semplicemente altrove, in quella dimensione eterna dove il sentimento supera il tempo e lo spazio. I segni che ci lascia sono il modo in cui Dio ci ricorda, che l'amore autentico non finisce, ma continua, unendo terra e cielo in un unico abbraccio eterno.

Marcellino era un grande artista

anche perché questa era sua madre:

"Si fa tenero l'amore e con una rete di sole pesca le ombre più profonde".

                                                 Marta Livi.


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