VIA L'ANSIA E SÌ AL QUI E ORA

 <h2>Un app, con le sue pagine, ogni mattina accarezza i miei primi pensieri. La Bibbia, il libro più venduto al mondo, antico ma ancora mederno, tradotto in tutte le lingue, ancora oggi, indipendentemente dal credo e dal modo di vivere la spiritualità, dispensa massime, foriere di messaggi incredibilmente palpabili e attuali; rimane una fonte inesauribile di saggezza, capace di parlare a generazioni diverse in contesti sempre nuovi.</h2>

<h3 >Ed oggi mi ha sussurrato qualcosa attraverso il capitolo 6 del Vangelo di Matteo, dove si è confermata, come ogni giorno, portatrice di modernità e perfettamente in linea con i tempi.

[27] E chi di voi può, con la propria ansietà, aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita?

 [34] Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.

I versetti di Matteo 6,27 e 6,34 affrontano due temi che risuonano potentemente nel nostro tempo: l’ansia e l’importanza del vivere nel presente, nel qui e ora.

1. L’ansia come malattia moderna

L’ansia è ormai una compagna di viaggio per molti, figlia della vita frenetica, della competizione costante e della paura dell’incertezza. Matteo 6,27 ci invita a riflettere sull’inutilità di questa preoccupazione: nessuno può aggiungere tempo alla propria vita attraverso l’ansia. È un invito a riconoscere i nostri limiti umani e a lasciare spazio alla fiducia in qualcosa di più grande.

2. Il vivere nel qui e ora

Matteo 6,34 ci spinge a concentrarci sul presente, un tema centrale anche nelle filosofie orientali come il buddhismo e il taoismo. Il concetto del "qui e ora" invita a vivere ogni momento con consapevolezza, senza essere intrappolati dal passato o dal futuro. Il cristianesimo, in questo senso, offre una prospettiva complementare: vivere nel presente non è solo un esercizio di consapevolezza, ma un atto di fede. Fidarsi di Dio significa accettare che il domani è nelle sue mani, mentre il nostro compito è affrontare l’oggi con serenità.</h3>

<h2> Esiste, sorprendentemente, un ponte tra Cristianesimo e filosofie orientali, un tre d'union tra due poli da sempre riconosciuti come inconciliabili. Ma gli estremi alla fine, anche se, non penso che si attraggano, sono sicura che arrivino a toccarsi.

E sebbene le radici culturali siano diverse, il messaggio di fondo è sorprendentemente simile: l’ansia nasce dal desiderio di controllo su ciò che è incerto, e l’antidoto è la fiducia. Per i cristiani, questa fiducia è in Dio; per le filosofie orientali, è nell’accettazione del flusso della vita. Entrambe le visioni offrono una via per liberarsi dall’angoscia e trovare pace interiore.</h2>

<h4>In un mondo che ci spinge a correre senza sosta, questi versetti ci invitano a fermarci, respirare e vivere con pienezza l’oggi. Una lezione antica, ma quanto mai attuale.

Un concetto da sempre sbandierato, che dovremmo fare nostro quando ci affanniamo per preparare un domani che, alle volte, ha già fatto i bagagli. Quindi sentiamo il profumo del presente, teniamolo legato a un filo come un palloncino, fermiamoci a guardare il sole che si tuffa nel mare, cercando di soffermarci solo sulla bellezza del momento, come se al mondo non esistesse nient'altro, solo quell'immagine, solo i nostri occhi che la immortalano per sempre.

E come scrisse Lorenzo de' Medici,

"Chi vuol esser lieto sia del doman non v'è certezza."</h4>

Al prossimo pensiero in libertà. 

Veronica. 

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