A VERONICA
Eri una bambina piena di colori. Visi familiari incorniciavano un quadro variopinto mosso dal vento dell'amore, un amore che aleggiava nel tuo cuore e scompigliava i tuoi giorni infantili. Non avevi bisogno di sognare; la fantasia sarebbe stata un orpello, tanto la tua realtà era colma di tutto ciò che si poteva desiderare: affetto, calore, ilarità e i tipici giochi che accompagnano i più piccoli nelle giornate normali. Vivevi vicino al mare. Quando la canicola si avvicinava, sfogliavi, come le pagine di un libro, i giorni estivi, non perdendoti neanche una pagina, nè una parola, nè una lettera. La tua presenza sulla spiaggia ti sembrava fondamentale anche nei giorni di pioggia, quasi come se il mare si potesse ritirare se tu fossi mancata al suo richiamo anche per un solo giorno. Gli schizzi dell'acqua ti riempivano di energia, ti facevano assaporare una specie di gioia che si tuffava fino in fondo al tuo inconsapevolie stomaco. Non capivi cosa fosse quella strana sensazione, o almeno non te la sapevi spiegare. Già allora il tuo cervello pretendeva da te una spiegazione a tutto ciò che ti circondava, ma in fondo la presenza di questo severo maestro, che esigeva il resoconto delle tue percezioni, non ti dispiaceva affatto; era una specie di promemoria dove congelare tutte le preziose immagini che indossavi ogni giorno. Direi un baratto più che accettabile. Come era elegante questo strano scorrere del tempo, questo misterioso fiume che ti avrebbe portato a sfociare in un chissà dove che cullava ogni giorno la tua acerba curiosità. Gli inverni erano miti e avevi sentito parlare della neve soltanto nei racconti degli adulti. Ma quando avevi cinque anni ti venne concesso anche questo inaspettato regalo. La neve copriva, come un fresco lenzuolo di lino, tutto ciò che si mostrava al tuo sguardo. Era bianca, soffice al tatto e insapore al gusto. Una magia. L'ennesimo dono, l'ennesimo entusiasmo, l'ennesima conferma che tutto ciò che si scopre non fa altro che accelerare i battiti del cuore. Ma il cuore non batte forte soltanto quando è euforico o affaticato, ma questo lo avresti capito molto tempo dopo, in un tempo che in quel tempo non ti apparteneva ancora.
Al prossimo pensiero in libertà.
V.
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